Il difficile, ma necessario, passaggio da avere a essere

Il difficile, ma necessario, passaggio da avere a essere

Nei primi 24 anni di questo nuovo millennio, gli eventi che si sono succeduti hanno avuto come conseguenza un venir meno progressivo, ma molto accelerato nel tempo, di quel senso di sicurezza che, in generale, ci dava la realtà intorno a noi, dalla più prossima alla più lontana. In particolare, per noi del mondo occidentale, la vita, anche con le sfide e le difficoltà che per sua natura ci presenta, era ancorata ad una serie di certezze, costruite a partire dal 1945, fine della seconda guerra mondiale, con un lungo tempo di pace, e il progresso in ogni ambito, possiamo dire perseguito e raggiunto.

Certezze costruite su beni materiali, qualcosa al di fuori di noi, per sua natura non controllabile e impermanente. Avere, e avere sempre di più, è stato, e ancora è, la spinta a fare, impegnarsi, affannarsi, correre sempre dietro a qualcosa, al tempo che sembra non bastare mai, nascondendoci il senso di insoddisfazione che questo stile di vita ci procura.

Se crediamo che nulla accade per caso, è importante allora chiederci perché: c’è forse una lezione da imparare da tutto questo? è forse una spinta per evolvere sia a livello personale che collettivo come umanità?

Credo che possa aiutarci partire da una visione di noi più ampia, accettare che siamo materia e spirito, che non siamo su questo Pianeta a caso, ma con un progetto di vita da realizzare. Viviamo certamente un tempo di cambiamento epocale, non semplicemente un’epoca di cambiamenti. È una rivoluzione copernicana a livello interiore. Tolomeo collocava la terra al centro del nostro sistema solare, Copernico capovolse questa teoria dando al sole questa centralità.

Possiamo dire che il difficilissimo cambiamento che siamo sollecitati/e a compiere è proprio passare da una visione di noi “tolemaica” – come esseri il cui fulcro vitale è la materia, in ogni sua espressione, a partire dalla nostra corporeità, che appare essere l’unica vera realtà in quanto tangibile, visibile, contrapposta a qualcosa di non verificabile, l’anima, lo spirito, qualcosa comunque di periferico, accessorio, non  esistenziale, a cui si può scegliere di credere o meno – alla visione “copernicana” di noi come esseri la cui fonte di vita è la coscienza, che si incarna nella materia per evolvere lungo la retta infinita dell’autorealizzazione.

Il grande passo è uscire dalla dualità, materia spirito, e accogliere una visione unitaria di noi, esseri terreni e cosmici, umani e divini, materia alimentata dallo spirito.

È nel nostro sistema energetico, flusso infinito di energie fisiche, affettive, mentali, spirituali, che alimentano ogni aspetto di noi e della nostra vita, che è inscritta questa unione, e ne prendiamo consapevolezza man mano che “saliamo” di livello di coscienza https://www.annacolombo.it/index.php/2024/02/08/livelli-di-coscienza/

Ed ecco che possiamo comprendere che tutto questo processo di ritornare alla nostra vera identità di esseri spirituali incarnati nella materia, per farne esperienza, è strettamente connesso al passaggio dall’avere all’essere: prima di tutto sono, la mia natura intrinseca, ontologica è essere, ed esprimendomi nel mondo materiale mi procuro ciò di cui ho bisogno per realizzare, di esperienza in esperienza, il progetto di vita di me come essenza.

Buon Cammino di consapevolezza, risveglio, rinascita ☀

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