Battiti del cuore

Ho piacere di condividere con te alcune poesie che ho scritto in momenti particolari della mia vita, espressioni del cuore, in un’alternanza di gioia e dolore 💖
A Birilla
Mi mancherà il tuo profumo
piccolo fiore dai petali color del mare;
cercherò la tua intrigante gioia di vivere,
la tua intemperanza;
ti rivedrò, impaziente e felice,
annusare l’aria e l’ignoto;
nella magnetica luce del sole
lascerò un posto per te
e soffrirò ancora di più la tua assenza.
Sei andata via troppo presto,
ma nei lunghi giorni della nostra avventura
hai saputo piantare radici così profonde
nella terra del mio giardino
che anche nelle mute lacrime di questo addio
batte il palpito sommesso
della tua sorridente presenza.
( Buenos Aires luglio 1987)
A Birilla
Ciao piccolo fiore
dai petali color del mare
Ti amo
e siamo ancora insieme
in un punto dell’Universo
e nel mio cuore
(Findhorn 19/20 -luglio- ’88)
Per Marisa
Vivi e celebra il presente
con la gioia
la trepidazione
la sorpresa
del bambino che scopre la vita attimo dopo attimo.
Fatti vuota,
accogli il qui ed ora.
Ieri già non è più,
domani è solo un sogno:
onora oggi
e fluisci con la vita.
(Roma 27 giugno 1992)
A Mamma
Quel che è stato detto
è stato detto.
Quel che è stato fatto
è stato fatto.
Non c’è più tempo
né per un bacio,
né per un sospiro,
né per un sorriso,
né per un respiro,
non per un’altra parola.
Tutto ora è sigillato
con l’indelebile marchio della Morte.
Ora sei di là,
non più raggiungibile,
non sei più per me.
Ho raccolto il tuo ultimo respiro,
l’ultimo battito del tuo cuore.
Ho accettato,
ma quanto con ogni fibra del mio essere?
La fede mi è venuta incontro
per non morire della tua assenza.
La tua calma serenità,
il tuo viso disteso
mi hanno confortata
per salutarti
per lasciarti andare.
Le lacrime non sono venute,
pietre impigliate nel dolore del cuore;
mi sono vestita del tuo sorriso luminoso
per farti vivere
in me
con me.
Bella Mamma sorridente e luminosa
Ti amo e mi sciolgo
nel tuo abbraccio.
Da te respiro
(in treno per Forlì 14 dicembre 1999)
Di nuovo la Luce
Ho vagato.
Ho vagato di sensazione in sensazione
di emozione in emozione
di paura in paura.
Quanti pensieri mi hanno assediata,
spingendosi tra loro,
cercando ognuno di farsi spazio
desideroso di suggerire la soluzione, la via d’uscita.
Vagare per territori ignoti, profondamente ignoti.
Disagio di navigare senza mappe.
Le mappe conosciute,
fino ad allora così buone compagne di viaggio,
non erano più di aiuto.
Premevano , dentro e fuori, la trasformazione,
la morte di altre mie identità,
la trasmutazione
per liberare nuovi spazi interni,
e ancora più interni,
da offrire alla vita.
Dovevo farmi incontro alla vita aperta,
con la carica di curiosità e voglia di avventura
dell’adolescenza permessa nella sua interezza.
Accettare il tempo del trapasso.
Ed ecco, apparentemente dal nulla, la porta, il passaggio
E tutto prende forma, colore,
intravedo l’aggregazione.
Ed ecco il senso di tessere ancora insieme alla mia anima;
le nuove trame, i nuovi disegni, i nuovi colori
nasceranno dall’uso più ampio e sapiente dei miei fili,
anche i più antichi,
nella continuità della coscienza.
Il parto è avvenuto,
il salto l’ho fatto.
Dolorante e felice mi metto all’opera,
consapevole che, nel tempo opportuno,
quel tempo scandito dal cuore,
dovrò ancora una volta disfare
quanto sarò andata tessendo con tutta me stessa,
come quei monaci tibetani
che soffiano sui loro mandala di sabbia.
E sorrido.
(Roma, 6 marzo 2000)
E se poi
E se poi
tutto il farsi incerto del cammino
fosse un modo per apprendere l’impermanenza,
per sperimentare il vuoto e la disperazione,
il lasciare e lasciarmi andare,
dire “ mi arrendo “ ?
saper vedere l’uguale valore degli opposti
e il loro risolversi nell’unità e nella molteplicità,
saper sorridere sull’idea
della perfezione e intangibilità
di quanto compreso e prodotto ?
E allora quel fuoco
non ha bruciato solo carte ed esperienze,
ma anche certezze più sottili e limitanti
e ardendo più libero dentro di me
mi ha regalato in modo concreto
il dono liberatorio dell’impermanenza.
Avevo creduto di poter scegliere
a cosa dire addio,
la lezione era più ardua:
imparare con molta semplicità
a godere del presente,
dargli il benvenuto,
e, al tempo stesso, sapere che verrà il commiato.
Con tutto,
con tutti.
E non solo in quel momento estremo che chiamiamo morte,
ma momento per momento
e ogni momento ha la sua durata perfetta,
inscritta nella sacralità dell’esperienza.
(Roma, 6 marzo 2000)
Nostalgia
Ho nostalgia di te,
della tua presenza,
delle tue mani,
del tuo respiro.
Per quanto tempo ti ho negato,
per quanto tempo ti ho avversato.
Ora mi sento una sposa
che attende il ritorno del suo uomo.
Questa volta ti aspetto
e non dico,
per dolore e per rabbia,
NO alla Vita.
Il cammino che ho percorso sola
mi ha fortificata,
ha fatto crescere l’immagine di me stessa;
oggi mi stimo
e conosco il mio valore
e posso ri-conoscere il tuo valore,
la tua essenziale presenza accanto a me,
per sentirmi intera,
viva,
per avere ancora voglia di andare,
esplorare,
costruire.
Ho sentito tutto il dolore della mia vedovanza,
del lutto della tua assenza,
e voglio rinascere con te alla Vita,
alla gioia,
all’amore.
(Roma, 4 Luglio 2001)
Expectancy
Ti riapro la porta del mio cuore,
quella porta chiusa da un tempo immemorabile
che, a fatica, è andato riaffiorando alla mia coscienza.
Una porta dura,
di ferro,
una difesa inespugnabile.
E tu al di là,
il nemico da combattere
perché troppo amato,
troppo desiderato,
troppo temuto.
In quanti maschi sei riaffiorato,
mantenendo vivo il filo rosso del ricordo
da srotolare per rincontrarti.
Quante lotte,
quante battaglie,
quante opposizioni,
a partire dal padre,
a cui così tanto devo se ora ti ritrovo.
Io non cancello nessun uomo di questa vita;
tutti, passo dopo passo,
ferita dopo ferita,
perdono dopo perdono,
mi hanno riportata a te.
E a te ora mi offro
sposa devota e fedele,
sorridente e felice.
(Roma 4 Luglio 2001)
Per Te
Un passaggio lieve,
un’orma profonda
nella memoria del mio essere
tu, la tua persona, il tuo essere
ed è così tanto
che le parole s’inchinano e lasciano il passo
alla sottile dimensione
del sentire e ricordare,
nel silenzio vibrante
della felicità e della gratitudine.
(Ventotene 11 Settembre 2002)
Occhi
Occhi
finestre aperte sulla vita
Incontro
Stupore
occhi allegri di riso
occhi bagnati di pianto
occhi che dicono verità
occhi che tradiscono menzogne
(Settembre 2006 in treno)
Risveglio
Una mano, un contatto
un sorriso, un abbraccio,
occhi che incontrano occhi,
schermi dello Spirito
intatte innocenze, profondità.
Danza di cellule
onde di felicità del cuore.
La mente osserva, riflette
valuta …
e sceglie di partecipare
ad abbattere muri e costruire ponti
su cui l’umanità possa camminare
l’avventura di una Nuova Era,
la manifestazione di una Nuova Coscienza.
(Vignanello, Marzo 2020)
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